Intervista al Dott. Cristiano Samueli ne La Nuova Venezia del 07.03.2011 - Desistenza Terapeutica Italia - Associazione Italiana per le Decisioni di Fine Vita

Vai ai contenuti

Menu principale:

Intervista al Dott. Cristiano Samueli ne La Nuova Venezia del 07.03.2011

Interviste al Dott. Cristiano Samueli

Da LA NUOVA VENEZIA

“Testamento biologico, pronti a ricorrere alla Corte”
Oggi il decreto in discussione alla Camera. Samueli: “Va contro la deontologia e la Costituzione”

Mestre 07 marzo 2001 - Dall'Associazione italiana per le decisioni di fine vita giunge una richiesta di modifica al decreto legge "Calabrò" sul testamento biologico che oggi torna alla Camera. A presiederla è un medico mestrino, il dottor Cristiano Samueli, medico di base a Murano ma attivo a livello nazionale sul fronte della desistenza terapeutica, pratica che si oppone con forza a eutanasia e accanimento terapeutico. "Per desistenza si intende l'atteggiamento terapeutico con il quale il medico desiste dalle terapie futili e inutili verso pazienti terminali" spiega. Samueli e la sua associazione gestiscono un sito Internet che dal 2008 ha registrato oltre tre milioni di contatti e organizzano seminari a livello nazionale.
"Lavoriamo per creare i paletti che definiscano la desistenza terapeutica, che tra i suoi aspetti garantisce alimentazione e idratazione artificiali al malato, secondo le sue volontà, fino al decesso. Ma questa non va applicata solo ai malati terminali oncologici: vi sono quelli neurologici o con patologie infettive o cardiologiche". Sul sito www.desistenzaterapeutica.it è possibile sottoscrivere l'appello per bloccare il decreto Calabrò cosi com'è scritto. "Dovesse essere approvato vi sarebbero aspetti anti-costituzionali, antiscientifici e si scontrerebbe con il nostro codice deontologico medico" precisa Samueli.
Oggi Samueli sarà a Roma per manifestare assieme alla Cgil medici. "Se approvato il decreto priverà i cittadini della libertà di scegliere a quali cure essere sottoposti, priverà di valore le direttive anticipate in condizioni di emergenza-urgenza e renderà obbligatoria la nutrizione artificiale, non più considerata, a quel punto, un trattamento sanitario. Centinaia di medici italiani hanno già sottoscritto l'appello, ma il problema è che la gente deve sapere a quale rischio si va incontro. In poche parole, se un malato lascia un testamento biologico, non venendo più considerata terapia l'alimentazione e l'idratazione artificiali, il medico potrebbe per legge andare contro le volontà del malato stesso. Un aspetto - conclude Samueli - che va a modificare la nostra stessa deontologia, è anticostituzionale perché va contro l'articolo 32 e potrebbe quindi essere fermato da Napolitano. Noi, dovesse passare, ci rivolgeremo alla Corte Costituzionale".

Simone Bianchi


Torna ai contenuti | Torna al menu